Domenica
19
Febbraio 2023
VII Domenica del Tempo
Ordinario - Anno A
III settimana del Salterio
Matteo 5,48
Siate perfetti,
come è perfetto
il Padre vostro
celeste.
san Mansueto

Ascolto

Levìtico 19,1-2.17-18

Il Signore parlò a Mosè e disse:
«Parla a tutta la comunità degli Israeliti dicendo loro: “Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo.
Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai di un peccato per lui.
Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore”».

dal Salmo 118

Il Signore è buono e grande nell’amore.

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici. 
 
Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia. 
 
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe. 
 
Quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.
Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono.

1 Corinzi 3,16-23

Fratelli, non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.
Nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente, perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. Sta scritto infatti: «Egli fa cadere i sapienti per mezzo della loro astuzia». E ancora: «Il Signore sa che i progetti dei sapienti sono vani».
Quindi nessuno ponga il suo vanto negli uomini, perché tutto è vostro: Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.

Matteo 5,38-48

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

Medito

Come è facile, Signore, provare rancore, un odio muto e profondo per chi ci fa del male, soprattutto se ci è stato inflitto con superficialità, o ancora peggio, con cattiveria, per farci sof­frire. Sembra giusto rispondere ferita a ferita. Occhio per occhio, dente per dente. Non una spirale di violenza, una continua fai­da, che si mantiene di generazione in generazione, ma la giu­sta risposta, quasi un obbligo di giustizia. Civile. Umano questo sentimento, molto umano; e tu Dio lo sai come la pensiamo. Ci sembra di essere ragionevoli, evoluti. Sin dai tempi di Mosè però lo ripeti al tuo popolo: non coverai nel tuo cuore odio verso il tuo fratello.

Tu lo sai, Signore, che questo è difficile; continui a ri­peterlo, senza stancarti della durezza di questi tuoi figli, che hai chiamato alla santità, e che non riescono ad uscire dalla palude dell’odio e del rancore. Eppure hai mandato perfino tuo Figlio per mostrarci come si fa a essere tuoi: non basta non portare rancore, non vendicarsi dell’offesa subita, bisogna amare chi ci fa del male, riportarlo a casa.
Come si fa, Padre mio, come si fa? Forse dovrei guardare attra­verso le tue parole, che Gesù ha detto e vissuto. Vedere dal tuo punto di vista: un amore che trasforma, che va al di là del male, non può venire che da te, che con amore senza fine, misericor­dioso avvolgi i tuoi figli. Un amore che non smette di avere mise­ricordia. Non smetti di amarmi, continui ad elargire il sole che fa crescere e la pioggia che nutre, indipendentemente dai meriti, nonostante i miei errori, le mie cadute. Continui ad amarci, a be­nedirci. E noi, che siamo tuoi, che condividiamo attraverso Gesù l’essere tuoi figli, questo dovremmo fare. Amare chi ci offende, chi ci è nemico. Non essere ciechi o compici del male, non guar­dare dall’altra parte per non vedere le ingiustizie; non chiuderci in un ambito sereno e noto, lontano da chi è altro da noi, da chi ci può fare del male.

Non fanno così anche i pubblicani? Ma come si fa, Si­gnore mio Dio, a rispondere al male in modo giusto, non lasciarsi prendere la mano e portarla alla spada, come ha fatto Pietro in quella terribile notte del tradimento e dell’arresto? Come si fa, Signore, ad amare come tu mi chiedi? Beati i costruttori di pace. La legge del taglione cerca di arginare il male, mettere un freno alla violenza. Ma tu, Dio mio, chiedi pensieri, azioni che portino alla pace. Non pregare per il male del nemico, ma per il suo bene. Continuare a benedire. Beati i costruttori di pace, che cercano di amare come tu ami, interamente; tutti, senza lasciare nessuno lontano. Perfetti come tu sei perfetto.

Silvia Dotto