Editoriale | Aprile 2024
L’artigiano della riconciliazione
Papa Francesco nell’omelia della messa celebrata nella Basilica di San Pietro nel 2022 la domenica della Divina Misericordia (che quest’anno sarà il 7 aprile) utilizza questa espressione: «tessitore di riconciliazione». Gesù vuole che i suoi discepoli diventino dispensatori di riconciliazione per gli altri, il papa ci sprona a chiederci se lo siamo anche noi. Riconciliare è un bel verbo: il suo primo significato è «rimettere d’accordo, rappacificare», ma è anche «rimettere nel favore e nella grazia di Dio». È unire, congiungere di nuovo. Il tessitore è un artigiano che ha una buona manualità, un’attitudine alla creatività e alla composizione, che sa intrecciare con abilità tessuti diversi, amalgamare i colori, creare una stoffa sgargiante o delicata, uniforme o variegata. Diventare tessitori di riconciliazione non credo sia così facile, immediato. Richiede di certo impegno nella nostra vita quotidiana, nel lavoro, in famiglia, con gli amici, ma anche nel nostro rapporto con Dio che, nel sacramento della riconciliazione, è sempre pronto ad accoglierci con infinita misericordia. Lui non si stanca mai di essere tessitore di riconciliazione. Poter contare sul suo perdono genera sicuramente senso di pace e di gratitudine, arricchisce la nostra vita. Chiediamoci quindi: se anche noi diventiamo tessitori di riconciliazione, quali possono essere gli effetti?
Lodovica Vendemiati
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