Domenica
28
Agosto 2022
XXII domenica del Tempo Ordinario
Anno C II settimana del salterio
Luca 14,14
Riceverai
infatti la tua
ricompensa.
sant’Agostino

Ascolto

Siracide 3,19-21.30-31

Figlio, compi le tue opere con mitezza,
e sarai amato più di un uomo generoso.
Quanto più sei grande, tanto più fatti umile,
e troverai grazia davanti al Signore.
Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi,
ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.
Perché grande è la potenza del Signore,
e dagli umili egli è glorificato.
Per la misera condizione del superbo non c’è rimedio,
perché in lui è radicata la pianta del male.
Il cuore sapiente medita le parabole,
un orecchio attento è quanto desidera il saggio.

dal Salmo 67

Hai preparato, o Dio, una casa per il povero.

I giusti si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome:
Signore è il suo nome.

Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri.

Pioggia abbondante hai riversato, o Dio,
la tua esausta eredità tu hai consolidato
e in essa ha abitato il tuo popolo,
in quella che, nella tua bontà,
hai reso sicura per il povero, o Dio.

Ebrei 12,18-19.22-24

Fratelli, non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola.
Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova.

Luca 14,1.7-14

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Medito

Le letture di questa domenica sembrano darci delle indicazioni per un vivere civile ed educato. A prima vista sembrano segnalarci delle norme che ci invitano ad essere modesti per poi avere un giusto riconoscimento. Potremmo pensare che siano la presentazione della favola di Cenerentola che viene poi riconosciuta dal principe per diventare una sovrana. Tutto sommato, ci piace leggere in questo modo la frase: «Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato», quasi a dire che verrà il tempo della rimunerazione, che ci sarà una rivalsa. Ma il Vangelo non ha questo intento.

Luca, che apre con il canto del Magnificat in cui Maria ci racconta che Dio ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore, ha rovesciato i potenti dai troni e ha innalzato gli umili, continua il suo racconto mostrandoci sempre lo stile di Dio: scombinare i nostri pensieri, per farci entrare nei suoi. E il fine non è certo la rivendicazione dei poveri e degli umili, ma entrare nel mistero pasquale di Cristo morto e risorto. Tutto il Vangelo converge in quel centro di luce e di amore in cui colui che si è umiliato fino alla morte, è poi stato esaltato nella risurrezione. È solo Cristo che risponde pienamente all’invito della prima lettura: «Quanto più sei grande, tanto più fatti umile», ma la sua umiliazione è la discesa nello svuotamento della sua divinità, kenosi in greco, per assumere la nostra natura umana.

Solo guardando a lui, crocifisso e risorto possiamo comprendere cosa voglia dire mettersi all’ultimo posto, non cercare onori e privilegi. E ci sarà familiare questo atteggiamento in cui non cerchiamo altri onori che la croce del Signore e altre ricompense che il suo amore. Noi non siamo discepoli di Gesù Cristo perché ci piace il suo modo di pensare, ma perché ci sentiamo amati da lui, sappiamo che per ciascuno di noi egli ha preso l’ultimo posto, per scovarci proprio là, in quel buco in cui il nostro peccato ci aveva segregato, e portarci con lui fino alla vita eterna. E questa non è solo la vita del paradiso, ma la vita dell’Eterno in noi. Ecco la nostra ricompensa: non privilegi, ma la vita piena dell’amore di Dio che trasfigura ogni angolo della nostra esistenza.

Elide Siviero