Giovedì
02
Novembre 2023
Commemorazione
di tutti i Fedeli Defunti
Giovanni 6,39
Che lo risusciti nell’ultimo
giorno.
san Giusto

Ascolto

Giobbe 19,1.23-

Rispondendo Giobbe prese a dire: «Oh, se le mie parole si scrivessero, se si fissassero in un libro, fossero impresse con stilo di ferro e con piombo, per sempre s’incidessero sulla roccia! Io so che il mio redentore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere! Dopo che questa mia pelle sarà strappata via, senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno e non un altro».

dal Salmo 26

Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi.

Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura? Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore?

Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per gustare la dolcezza del Signore ed ammirare il suo santuario.

Ascolta, Signore, la mia voce. Io grido: abbi pietà di me! Rispondimi. Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi. Spera nel Signore, sii forte, si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore.

Romani 5,5-11

Fratelli, la speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.

A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione.

Giovanni 6,37-40

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

Medito

«È questa la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno». Il brano del Vangelo della liturgia di oggi dona grande gioia perché inizia offrendo un orizzonte di risurrezione, una profondità di vita terrena che trova compimento nella vita eterna nella quale preghiamo che vivano i nostri cari defunti, che oggi ricordiamo e presentiamo al Signore in maniera particolare. L’evangelista Giovanni prosegue dicendo che il Signore Gesù tiene con sé tutto ciò che gli viene donato dal Padre. Io sono dono del Padre, ciascuno di noi lo è e di conseguenza siamo uniti a Gesù. Essere uniti a Gesù lo sperimentiamo sacramentalmente ogni volta che partecipiamo all’Eucarestia e questa comunione trova la sua concretizzazione in una vita quotidiana che ha la consapevolezza di collaborare già con le nostre azioni, con le nostre relazioni, con il lavoro, la famiglia, la missione, la dedizione nella cura, lo spendersi nelle realtà sociali, parrocchiali, civili e in ogni ambito, alla costruzione del Regno di Dio.

Gesù, inoltre, vive compiendo la volontà del Padre: non perdere nulla di quanto gli è stato dato, ossia custodire la nostra vita desiderando per noi che cresca il nostro comprenderci profondamente in comunione con lui, per poter già ora gustare la pienezza di vita vera che si rivelerà per noi nella risurrezione dell’ultimo giorno, quando potremo vivere la nostra piena identità di figli amati. Il Padre desidera comunicare la sua vita ai suoi figli e invia suo Figlio per rivelarsi a noi; il Signore Gesù ci attira a sé e ci dona la sua vita per farci partecipare al mistero di amore in attesa di poterlo sperimentare completamente nella vita eterna.

Strettamente collegata al Vangelo è la prima lettura: Giobbe nelle prove e nella fatica ha scoperto la sua profonda comunione con il Signore e ha compreso che la sua vita terrena finirà, ma proprio per questo lui stesso inizierà a contemplare Dio con i suoi occhi. Forse è veramente questa consapevolezza, questa relazione con il Signore, questo stile di vita fiducioso che mi viene suggerito oggi dalle letture proposte; guardando indietro mi sembra di poter ritrovare varie testimonianze di persone che oggi non ci sono più ma che hanno vissuto intensamente, nella semplicità, offrendo al Signore la loro vita con le gioie e i sacrifici ma con quel desiderio di donare il bene e di spendersi con dei valori per affrontare al meglio, con onestà, rettitudine e coscienza la propria vita; forse ciascuno di noi può aver conosciuto delle belle persone che in terra hanno detto sì alla vita con il Signore e che ora godono eternamente del suo amore.

Elettra Colini