Domenica
13
Ottobre 2024
XXVIII domenica del Tempo Ordinario – Anno B
IV settimana del salterio
Marco 10,26
E chi può essere salvato?
san Romolo
san Venanzio

Ascolto

Sapienza 7,7-11

Pregai e mi fu elargita la prudenza, implorai e venne in me lo spirito di sapienza.
La preferii a scettri e a troni, stimai un nulla la ricchezza al suo confronto, non la paragonai neppure a una gemma inestimabile, perché tutto l’oro al suo confronto è come un po’ di sabbia e come fango sarà valutato di fronte a lei l’argento. L’ho amata più della salute e della bellezza, ho preferito avere lei piuttosto che la luce, perché lo splendore che viene da lei non tramonta.
Insieme a lei mi sono venuti tutti i beni; nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile.

dal Salmo 89

Saziaci, Signore, con il tuo amore: gioiremo per sempre.

Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio. Ritorna, Signore: fino a quando? Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore: esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni. Rendici la gioia per i giorni in cui ci hai afflitti,

per gli anni in cui abbiamo visto il male.

Si manifesti ai tuoi servi la tua opera e il tuo splendore ai loro figli. Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio: rendi salda per noi l’opera delle nostre mani, l’opera delle nostre mani rendi salda.

 Ebrei 4,12-13

La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto.

Marco 10,17-30

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».

Medito

«E chi può essere salvato?» Ovvero, se le cose stanno così, chi potrà salvarsi? Questa la domanda preoccupata che si sono immediatamente posti i discepoli udendo l’impegnativa risposta di Gesù al ricco che gli chiedeva cosa fare per avere la vita eterna. E, ergendosi a portavoce, Pietro interviene: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Sinceramente ringrazio l’apostolo per questa sottolineatura, perché viene immediato l’esame di coscienza all’affermazione: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Qui anch’io, forse tutti, ho abbassato lo sguardo sgomento, comprendendo l’impossibilità, o se vogliamo la grande difficoltà, ad adempiere a questo invito.   

Il desiderio, l’entusiasmo, alla sequela di Cristo è forte, ma altrettanto cogente il conflitto che ognuno di noi sperimenta nei confronti del fare quotidiano; ovvero il dilemma tra la radicalità della fede a confronto con le (piccole?) idiosincrasie/compromessi giornalieri. Già… Emerge quindi l’interrogativo: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio». È la stessa risposta dell’Arcangelo Gabriele a Maria stupita dall’Annunciazione. Questo è il quid, il mistero di fede, cioè il muro di obiezioni che è necessario superare per avviare il dialogo salvifico con il Padre. È indispensabile “credere”, consolidare, rafforzare la propria fede. Lo spiega bene la prima lettura odierna: «Pregai e mi fu elargita la prudenza, implorai e venne in me lo spirito di sapienza». 

È il confronto costante con la Parola la soluzione, come ci ricorda la lettera agli Ebrei: «La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito…». Infatti Gesù nel Vangelo rassicura i discepoli: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni…». Sì, un percorso che sarà tortuoso e faticoso, colmo di complicazioni, necessiterà sacrifici… ma che riceverà già da ora un’abbondanza smisurata. Un cammino che è atto di fede, e che ci porterà alla meta, «la vita eterna nel tempo che verrà…».

Daniela e Mimmo Vita