Mercoledì
25
Dicembre 2024
Natale del Signore
Luca 2,5
Doveva farsi
censire insieme
a Maria, sua
sposa, che
era incinta.

Ascolto

Isaia 9,1-6

Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si esulta quando si divide la preda. Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva, la sbarra sulle sue spalle, e il bastone del suo aguzzino, come nel giorno di Màdian. Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando e ogni mantello intriso di sangue saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.  Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul suo regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e per sempre. Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.

dal Salmo 95

Oggi è nato per noi il Salvatore.

Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore, uomini di tutta la terra. Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. In mezzo alle genti narrate la sua gloria, a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Gioiscano i cieli, esulti la terra, risuoni il mare e quanto racchiude; sia in festa la campagna e quanto contiene, acclamino tutti gli alberi della foresta.

Davanti al Signore che viene: sì, egli viene a giudicare la terra; giudicherà il mondo con giustizia e nella sua fedeltà i popoli.

Tito 2,11-14

Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.

Luca 2,1-14

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

Medito

La “magia” del Natale, del Presepe, la sensazione di incanto che ci avvolge, la tenerezza che ci ispira quel Bimbo, temiamo si scontrerebbe con la realtà se potessimo vederla realmente per quella che è stata: una donna incinta, affaticata, che si mette in viaggio per seguire il marito, il quale obbedisce non a un desiderio, né a una necessità, ma a un ordine preciso, arrivato nel momento sbagliato. La bellezza della nascita di Gesù è passata di certo non solo attraverso i dolori del travaglio e del parto di Maria, ma anche sicuramente per la preoccupazione di Giuseppe che non sa dove poter far riposare la sua donna e metterla al sicuro col suo bambino. È una famiglia in difficoltà quella che incontreremmo nella realtà ed è indubbiamente proprio per questo che li sentiamo così vicini a noi tanto da farci commuovere ogni anno davanti alle immagini che rappresentiamo nei nostri presepi.

Ma l’Incarnazione di Gesù attraverso Maria e Giuseppe non è esperienza calata dall’alto come un bel sogno, ma nasce dal basso, nella pazienza silenziosa di un’attesa circondata anche da sguardi maliziosi e pettegoli, nella fatica del viaggio, nell’obbedienza al proprio dovere di cittadini, nel dolore del parto, nei pensieri per il giorno dopo. Anche i pastori, testimoni di questo momento, hanno sulle loro spalle la fatica di lunghe giornate, di veglie per non perdere ciò che hanno di prezioso, il dubbio e la paura davanti all’annuncio dell’angelo. Gesù si incarna quindi proprio nel nostro quotidiano andare, fatto di relazioni belle, ma a volte complicate e non sempre serene. Come in quella capanna, la nostra vita, spesso, anche nei momenti più buoni, perde la patina di romanticismo e poesia se ci fermiamo di fronte a quello che vedono gli occhi, senza entrare dentro al significato profondo di quello che davvero è stato; così affiora la delusione di ciò che ci aspettavamo e che invece stiamo vivendo davvero.

«L’essenziale è invisibile agli occhi» ci dice il Piccolo Principe. In quella mangiatoia, tra l’odore selvatico degli animali, la povertà di quella capanna, la vicinanza fisica di persone sconosciute, che si accostano con curiosità mista a tenerezza, assomiglia molto a tanta umanità che ogni giorno vive nella precarietà, nella fatica e nella paura del domani, ma che riesce a trovare nell’essenza della vita il senso del nuovo divenire, la voglia di futuro. Ecco l’Incarnazione: Dio Bambino che mostra in sé la meraviglia del nostro essere uomini anche dentro una stalla, per farci capire che lui è ovunque anche nelle situazioni peggiori, dove mai avresti il coraggio
di cercarlo.

Dario e Luisa Poggioli