Domenica
26
Gennaio 2025
III domenica del
Tempo Ordinario – Anno C III settimana del salterio
Luca 4,20
Riavvolse
il rotolo,
lo riconsegnò all’inserviente
e sedette.
santi Timoteo e Tito
santa Paola

Ascolto

Neemia 8,2-4.5-6.8-10

In quei giorni, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all’assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere.
Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci d’intendere; tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro della legge. Lo scriba Esdra stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l’occorrenza.
Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutti; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore.
I levìti leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso, e così facevano comprendere la lettura.
Neemìa, che era il governatore, Esdra, sacerdote e scriba, e i leviti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: «Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge.
Poi Neemìa disse loro: «Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza».

dal Salmo 18

Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.

La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima; la testimonianza del Signore è stabile, rende saggio il semplice.

I precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore; il comando del Signore è limpido, illumina gli occhi.

Il timore del Signore è puro, rimane per sempre; i giudizi del Signore sono fedeli, sono tutti giusti.

Ti siano gradite le parole della mia bocca; davanti a te i pensieri del mio cuore, Signore, mia roccia e mio redentore.

1 Corinzi 12,12-30

Fratelli, come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito.
E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. Se il piede dicesse: «Poiché non sono mano, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. E se l’orecchio dicesse: «Poiché non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato?
Ora, invece, Dio ha disposto le membra del corpo in modo distinto, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l’occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; oppure la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggiore decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò che non ne ha, perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui.
Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano?

Luca 1,1-4; 4,14-21

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Medito

Mi stupisce sempre il passaggio del Vangelo di oggi: «Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette». Il comportamento di Gesù è strano, è diverso da ciò che le persone si aspettano, spiazza tutte e tutti: dopo aver letto il brano di Isaia che lo riguarda in prima persona, quel brano che è il “mandato” ricevuto dal Signore, si siede e tace.
Ma come, tacere di fronte a tanto annuncio? È lo sguardo della gente, che intuisco interrogativo e stupito, che lo stimola a riprendere la parola e a dare un significato ma anche compimento alla Parola che ha appena letto.
Gesù facci capire, facci apprendere il significato di queste parole che vengono da lontano, queste parole che abbiamo ascoltato molte volte nella sinagoga ma con orecchi disattenti.

Il Maestro, allora, con un aforisma degno della sua grandezza, dice tutto: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Quante volte vorrei che Gesù dicesse anche a me con parole semplici cosa si aspetta da me, qual è il significato nascosto di ciò che leggo per la mia giornata.
Questa, lo so, è un’idea comoda, il significato del lieto annuncio devo scovarlo con pazienza, masticando e rimasticando… E capisco che l’unica via è quella di trovare uno spazio quotidiano per fare silenzio, chiudere gli occhi e aprire quelle vie intuitive che sono proprie più del cuore che della testa. Sono quelli i momenti che mi aiutano ad andare avanti, oltre le già conosciute interpretazioni, e far mio il messaggio.

Non ci riesco ogni giorno, è vero, a volte alcune porte si aprono con facilità, altre volte rimangono chiuse.
Ma ho la certezza che lo scoraggiamento non ripaga e devo con umiltà ripresentarmi a lui il giorno dopo.
«Andate, mangiate…» e condividete, scrive Neemia, «perché la gioia del Signore è la vostra forza».
So che è importante leggere la Parola e seguire giorno per giorno le vie che il Signore mi indica, anche non facili, con la serenità e la gioia che gli sono proprie e che diventano forza nel mio cammino.

Enrico Scapin e Roberta Busana