In questa rubrica puoi trovare un messaggio quotidiano ispirato alle letture bibliche della liturgia del giorno.
Un attimo di ispirazione per la tua giornata.

1 Gennaio 2022
Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò. Numeri 6,27
La Parola ci parla del Padre che dice bene di noi. E la benedizione diventa il legame che, come gli Israeliti, unisce noi oggi in una famiglia e ci permette di riconoscerci. Allo stesso tempo per il Padre benedire è custodire, aver cura di noi, mettendo su di noi il suo nome: siamo della sua famiglia! Nella nostra esperienza di genitori abbiamo dato valore alla scelta del nome dei nostri figli. Ci interessava non solo il significato, ma anche il senso che quel nome aveva nella nostra storia, un po’ come si dice del nome di Gesù, scelto all’inizio, nell’annunciazione. Così abbiamo pensato a Sofia, nome legato alle passioni della mamma, ma che piaceva anche a papà per la profondità del significato: quale augurio migliore per una figlia di cercare la sapienza della mente e del cuore? Poi per banali questioni abbiamo pensato di cambiare e per un po’ è stata “Emma”. Ma c’era qualcosa che stonava: non ne ritrovavamo il senso, il legame con noi; quindi siamo ritornati a Sofia che oggi è sapienza di Dio per noi ogni giorno. Con il secondogenito dare il nome è stato di nuovo riconoscere e inserire il nuovo arrivato nella nostra storia. Avevamo sognato un nome quando ancora il nostro amore era un’intuizione: Jacopo evocava un uomo “dall’alto sentire”. E così ha trovato il suo posto nella famiglia il nostro Jac, sensibile e acuto, deciso e coraggioso. Per il terzo figlio, finché non abbiamo trovato un nome che esprimesse il legame con i fratelli, non ci siamo decisi. Nicolò, fra etimologia e letteratura, ha legami con la sapienza e l’alto sentire e ogni giorno scopriamo quanto sia davvero una sintesi e una sorpresa per noi tutti! Nonostante la precisa ricerca, non riuscivamo a chiamare durante le gravidanze i figli con il nome scelto: solo quando si viene alla luce, quando si vede il volto di una persona, si può dirne il nome e proprio quel momento è la prima benedizione che riceviamo. La Scrittura sembra confermarcelo: il Padre fa risplendere il suo volto su di noi, mette su di noi il suo nome e ci riconosce in una relazione di bene e così ci custodisce. Anche quest’anno! Giorgia Varotto e Marco Andreatta
25 Dicembre 2021
Vi annuncio una grande gioia. Luca 2,10
Messa di Natale: finita la celebrazione, mentre tutti escono e festosamente si scambiano gli auguri, un ragazzo che conosco rimane seduto al suo posto, nelle ultime file, piangendo copiosamente e silenziosamente. È stato da poco lasciato dalla moglie. La scena stride con la parola di Dio appena ascoltata: «Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia». E ancora: «Vi annuncio una grande gioia». Penso a quanto dolore c’è nel mondo anche oggi, a Natale. Pure nella mia vita ci sono tante persone e situazioni che vorrei cambiare e che, nonostante l’arrivo del Natale, probabilmente non cambieranno. Questa festa non ha nulla di magico: la venuta di Gesù non fa sparire il male con un colpo di bacchetta. Mi chiedo allora come si concili tutto questo con l’annuncio gioioso della nascita di Gesù bambino. Forse col Natale la realtà che vedo intorno non muterà, ma di certo può mutare il modo in cui la vedo: quella stessa luce che avvolse i pastori può conferirle un aspetto completamente diverso. Guardando sotto quella luce, posso innanzi tutto provare ad accettare serenamente tutto ciò che non sono in grado di cambiare. Posso poi ammirare e gustare i colori vividi e incantevoli di tante cose e persone cui spesso dedico solo un’occhiata distratta o abitudinaria. Posso ancora cercare di scorgere che, proprio quando mi trovo più in difficoltà e mi sento solo, il Signore è più presente e vicino a me. A qualcuno riesce piuttosto facile guardare con la luce giusta, ma a me risulta alquanto difficile. Questa mia difficoltà però non deve scoraggiarmi, perché credo non dipenda da incapacità, né solamente da scarso esercizio. È piuttosto una questione di grazia, come dice san Paolo; grazia che posso chiedere a Dio con la preghiera. Signore Gesù, in questo giorno santo avvolgi anche me, come i pastori, con la tua luce; aiutami a guardare me stesso e gli altri con il tuo sguardo benevolo e misericordioso; aiutami a scorgere ogni giorno la mangiatoia recondita in cui sei presente. Alessandro Fede