Le parole della liturgia | Settembre 2024

L’accolito

Nel Messale è scritto: «L’accolito è istituito per il servizio all’altare e per aiutare il sacerdote e il diacono. A lui spetta in modo particolare preparare l’altare e i vasi sacri e, se necessario, distribuire ai fedeli l’Eucaristia come ministro straordinario. Nel ministero dell’altare, l’accolito ha compiti propri che egli stesso deve esercitare» (n 94). Può essere incaricato di esporre l’Eucaristia all’adorazione dei fedeli e poi riporla; ma non benedire il popolo.
Si parla di accolito istituito, ma dobbiamo sottolineare che per ora, almeno in Italia, è raro trovare degli accoliti istituiti.
Una volta questo era considerato un ordine minore in vista dell’Ordine. Con il motu proprio di Paolo VI Ministeria Quaedam del 1972, si è aggiornata tale dottrina alla luce del Concilio Vaticano II. Si afferma: «Quelli che finora erano chiamati Ordini minori, per l’avvenire dovranno essere detti “ministeri”. I ministeri possono essere affidati anche ai laici, di modo che non siano più considerati come riservati ai candidati al sacramento dell’Ordine. I ministeri che devono essere mantenuti in tutta la Chiesa Latina, adattati alle odierne necessità, sono due, quello del Lettore e quello dell’Accolito» (MQ I-II-III). Nella Lettera apostolica Spiritus Domini, Papa Francesco ha modificato il can. 230 § 1 del Codice di Diritto Canonico circa l’accesso delle donne al ministero istituito del Lettorato e dell’Accolitato. Il Papa esorta la Chiesa a valorizzare ulteriormente il ruolo del laico, sia uomo che donna, nella Liturgia. L’accolito è colui che è chiamato ad amare e servire pienamente la Santa Chiesa di Dio nel servizio alla Mensa Eucaristica e nel servizio alle membra sofferenti del Corpo mistico di Cristo che è il popolo di Dio (cfr. Rito dell’Istituzione, Esortazione).  

Elide Siviero