Editoriale | Febbraio 2024
L’I care di un gesto antico
Febbraio potremmo considerarlo il mese della cura, o meglio del prendersi cura: della vita che arriva (il 4 è la 46esima Giornata per la vita) e della vita che soffre (l’11 è la 32esima Giornata del malato e il 4 la Giornata mondiale per la lotta al cancro). Il 2 abbiamo a cuore la Vita consacrata, il 14 la nostra attenzione è rivolta alla persona amata (giorno di san Valentino, insieme ai santi Cirillo e Metodio), il 15 infine, la festa della lingua incorrotta di sant’Antonio ci ricorda in qualche modo di aver cura della Parola. Quest’anno proprio in febbraio, con il gesto simbolico delle ceneri sul capo (il 14), iniziamo a prenderci cura anche del nostro cammino di conversione.
Un gesto antico che ci ricorda la fragile condizione dell’uomo di fronte al Signore, ma che è anche segno concreto del pentimento e della conseguente volontà di rimettersi in cammino. La cura del nostro cammino di fede coinvolge tutto il nostro essere, ci rende attenti alle sollecitudini e ci apre a qualcosa di nuovo, richiede tempo e senso di responsabilità e porta inevitabilmente una gioia unica. Passo dopo passo ci arricchiamo, con premura, stupore e un senso di lieto conforto interiore. Prendersi cura in fondo è anche questo: diventare protagonisti, dire I care, mi riguarda, mi sta a cuore. Ciascuno con i suoi tempi.
Lodovica Vendemiati
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