Editoriale | Maggio 2022
Rosa delle rose
Ornata di fiori nella primavera, madre per antonomasia, Rosa delle rose fin dal Medioevo, da quando, nel XIII secolo, Alfonso X di Castiglia così si rivolgeva a lei, dando inizio a una tradizione che porterà nel Settecento a dedicarle il mese di maggio. Una storia che passa per san Filippo Neri con le prime pratiche devozionali, che vedevano i giovani circondare di fiori l’immagine della Madre cantando le sue lodi, continua con il gesuita Annibale Dionisi, che invitava a vivere la devozione mariana nei luoghi quotidiani, e attraversa i secoli arrivando a Pio XII e a Paolo VI, che consigliano di pregare il Rosario in famiglia nel mese di maggio. Giovanni Paolo II aggiunge i misteri della luce alla preghiera del Rosario, per vivere pienamente questa preghiera come introduzione al cuore di Cristo. Maria si presenta come madre premurosa, regina di sapienza, custode della famiglia, via che porta a Cristo. È questo il tratto essenziale della sua figura, tanto amata e invocata come colei che intercede presso il Figlio e nel contempo ci porta a lui, ce lo fa conoscere attraverso i suoi occhi di madre, ci permette di contemplarlo in tutti i momenti fondamentali della sua vita, ci insegna a custodire la sua presenza nell’intimità del nostro cuore. Lasciamoci accompagnare da Maria, allora, per arrivare a Cristo e alla comunione con lui.
Manuela Riondato
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