Editoriale | Dicembre 2024

Verso la vetta, in silenzio, con tempo e misura

Le montagne, di cui ricorre la giornata mondiale l’11 dicembre, sono nell’immaginario comune imponenti, impervie, maestose, anche pericolose alle volte. Richiamano al silenzio, alla vita solitaria, ma ci fanno anche pensare alla natura incontaminata, alla purezza dell’aria, a tramonti e albe strepitose. Sembrano inespugnabili, quasi inattaccabili. Eppure sono anche vulnerabili e in questi ultimi anni ce ne rendiamo sempre più conto: gli effetti del cambiamento climatico e dell’attività umana non sostenibile stanno facendo grossi danni. Così grandi e possenti, hanno bisogno di protezione, di attenzione. «La montagna non è solo nevi e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli – come dice Paolo Cognetti – La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all’altro, silenzio tempo e misura». Il tempo dell’Avvento ci riporta un pochino a queste tre parole: silenzio, tempo, misura. Un sentiero che sale su, verso una cima, diventa il nostro sentiero verso la vetta, la nascita di Gesù, da vivere – anche – in silenzio, con il giusto tempo e con una certa misura. Ciascuno di noi ha un proprio tempo, non è una gara. Ciascuno di noi ha un proprio passo, lungo o corto, lento e cadenzato, più rapido o sincopato. La vetta ci aspetta, non si muove, Gesù ci attende, con pazienza, senza metterci fretta.

Lodovica Vendemiati