Editoriale | Febbraio 2025

Visitare gli ammalati: un atto di speranza

La festa della presentazione di Gesù al tempio ci mette davanti alle figure di Simeone e Anna, due anziani che, nella loro vecchiaia, attendono l’arrivo del Messia. Due anziani
che hanno speso la loro vita in vista di una promessa di salvezza che diventa finalmente concreta, tanto da poterla toccare, prendere in braccio, benedire. Due anziani che fanno della loro condizione una testimonianza vivente della fedeltà e dell’amore del Signore. Così si apre un mese che contempla, fra le sue ricorrenze, l’attenzione per i malati e per tutti coloro che vivono la fatica della vita dentro a una condizione di fragilità (11 febbraio, Giornata mondiale del malato). Questo mese si conclude il percorso proposto sulle opere di misericordia corporale: “visitare gli ammalati” è quell’atto per il quale si riconosce nella precarietà della vita la presenza di una promessa più grande, di una salvezza che va oltre qualsiasi limite naturale e umano. Dentro a questa dinamica di speranza, che l’anno giubilare mette al centro come “condizione naturale” del cristiano, ci prepariamo anche ad accogliere la prossima Quaresima, come percorso che ci prepara ad aprire cuore e occhi nei confronti della speranza più grande, che va oltre la malattia, la fragilità, la morte. Perché l’orizzonte verso il quale camminiamo è quello della Vita.

Manuela Riondato